Vi segnaliamo: Opzione donna. Da 17mila a 3mila le lavoratrici che possono accedere. PD: ‘rivedere i criteri'

tratto da www.infermieristicamente.it

nursind teramo pensioneOpzione donna. Da 17mila a 3mila le lavoratrici che possono accedere. PD: ‘rivedere i criteri'

“Con le modifiche entrate in vigore dal 1° gennaio, la platea delle lavoratrici che teoricamente potranno accedere ad «opzione donna», scendono drasticamente dalle 17.000 ipotizzate sino al 31 dicembre 2022 a neanche 3.000”. E’ quanto riportato sulla mozione a firma dell'On. Orlando (PD, presentata alla Camera. In particolare, l’atto impegna il Governo ad adottare, sin dal primo provvedimento utile, le opportune iniziative volte a ripristinare l'istituto di «opzione donna» nei termini previgenti la legge di bilancio 2023.

Secondo quanto riportato dai deputati del PD, a determinare l’assetto peggiorativo della misura di anticipo pensionistico, sono stati le modifiche ai requisiti, ritenuti restrittivi, ovvero:

1. a)l'assistere, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicapgrave, o anche un parente o un affine di secondo grado convivente, se i genitori, il coniuge o la parte dell'unione civile della persona con handicap grave hanno compiuto settant'anni, sono anch'essi affetti da patologie invalidanti, sono deceduti o mancanti;
2. b)avere una riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle commissioni competenti per il riconoscimento dell'invalidità civile, superiore o uguale al 74 per cento;
3. c)essere stata licenziata o essere dipendente da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale.
Nella mozione si legge infine - a distanza di oltre 4 mesi dall'introduzione del nuovo regime e, soprattutto, dopo le tante dichiarazioni di voler rivedere le suddette norme per ripristinare l'originaria disciplina di «opzione donna», nei tanti provvedimenti di urgenza varati dall'Esecutivo, ancora non ha trovato spazio una misura di giustizia sociale quale l'abrogazione delle citate norme della legge di bilancio che, di fatto, hanno reso quasi «irrilevante» tale possibilità di uscita pensionistica per le lavoratrici. Chiediamo quindi che il Governo, sin dal primo provvedimento utile, metta in atto le opportune iniziative volte a ripristinare l'istituto di «opzione donna» nelle modalità previste prima della legge di bilancio 2023.