Vi segnaliamo: Manovra. Cambia l’articolo 33: stop a taglio pensioni infermieri con tre anni di lavoro in più

infermieritratto da : www.infermieristicamente.it di Maria Luisa Asta

Il governo fa un modesto dietro front sull'articolo 33 della manovra, noto per imporre tagli alle pensioni di 732 mila lavoratori pubblici nel corso di vent'anni. L’emendamento bollinato dalla Ragioneria, introduce tre emendamenti cruciali, destinati a mitigare l'impatto sulle categorie coinvolte, tra cui medici, dipendenti degli enti locali, insegnanti e ufficiali giudiziari.

Esclusioni chiare e definite

La prima modifica riguarda l'esclusione dal taglio pensionistico di coloro che soddisfano i requisiti per la pensione di vecchiaia e anticipata entro il 31 dicembre. La seconda esclusione si applica a coloro che, a partire dal 2024, andranno in pensione di vecchiaia a 67 anni. Queste due disposizioni mirano a tutelare una parte della forza lavoro pubblica dalla stretta finanziaria prevista dalla manovra.

Agevolazioni per medici e infermieri

Il terzo emendamento, destinato esclusivamente a medici e infermieri, introduce una formula innovativa per ridurre il taglio pensionistico. Coloro che scelgono la pensione anticipata a partire dal prossimo anno, con almeno 42 anni e 10 mesi di contributi (un mese in meno per le donne), vedranno il taglio ridotto di un 36esimo per ogni mese di lavoro aggiuntivo. In pratica, il taglio si annulla con soli 3 anni di lavoro in più.

Risparmio senza oneri aggiuntivi per lo stato

È interessante notare che questo intervento, pur apportando modifiche sostanziali, non comporta costi aggiuntivi per lo Stato. Il segreto di questa equazione è rappresentato dalle "finestre temporali" introdotte, che spostano l'uscita pensionistica di medici, infermieri, dipendenti degli enti locali, insegnanti e ufficiali giudiziari più avanti nel tempo. Nel dettaglio, si prevedono ritardi di 3 mesi nel 2024, 4 mesi nel 2025, 5 mesi nel 2026, 7 mesi nel 2027 e addirittura 9 mesi a partire dal 2028.

Queste finestre temporali, che si traducono in un risparmio stimato di 1,1 miliardi, sono cruciali per bilanciare le "salvaguardie" introdotte con l'emendamento, garantendo così una riforma pensionistica che, seppur restrittiva, si rivela essere sostenibile e attenta alle esigenze finanziarie dello Stato.