Tratto da www.infermieristicamente.it
di
Maria Luisa Asta
Premi doppi nei concorsi, bonus casa fino a 3.500 euro e incentivi economici: la strategia del governo per salvare la sanità in montagna
Con la Legge 131/2025, l’Italia ha deciso di affrontare uno dei nodi più critici delle aree interne: la desertificazione sanitaria delle zone montane. Dietro un articolato impianto normativo che punta al riequilibrio territoriale e alla valorizzazione delle terre alte, spicca il capitolo sanitario, con misure concrete che riconoscono, premiano e incentivano l'impegno degli operatori sanitari in territori oggettivamente svantaggiati.
Il problema è noto da anni: carenza di medici e infermieri, ospedali ridimensionati, tempi d’intervento più lunghi, servizi specialistici rari. Una spirale che ha spinto molti residenti a lasciare i piccoli comuni montani. Oggi, la Legge 131/2025 cerca di invertire questa tendenza, rendendo attrattivo, anche economicamente, il lavoro nelle strutture sanitarie d’alta quota.
Punteggio doppio nei concorsi: finalmente un riconoscimento concreto
Una delle novità più rilevanti riguarda la valorizzazione dell’esperienza maturata in montagna: il servizio prestato dagli operatori sanitari in comuni montani raddoppia il suo peso nei concorsi pubblici. Per ogni anno lavorato in queste aree, chi partecipa a selezioni per il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) riceverà un punteggio doppio rispetto a chi ha operato altrove. Inoltre, tre anni di servizio in montagna diventano titolo preferenziale per accedere a ruoli apicali, come quello di direttore sanitario.
In sostanza, chi lavora in condizioni più difficili guadagna una corsia preferenziale nella carriera. Un messaggio forte: la montagna non è più penalizzante, ma un acceleratore professionale.
Casa agevolata: contributi fino a 3.500 euro l’anno
Non è solo una questione di carriera. Vivere e lavorare in montagna implica costi e sacrifici, a partire dalla casa. La legge prevede un contributo annuale per chi prende in affitto o acquista un’abitazione in un comune montano (o limitrofo) e lavora in una struttura sanitaria locale.
Il beneficio è sotto forma di credito d’imposta:
Fino a 2.500 euro per affitto o mutuo (coprendo il 60% del canone o rata annua).
Fino a 3.500 euro nei comuni con meno di 5.000 abitanti dove insistono minoranze linguistiche storiche (come ladini, sloveni, occitani), che costituiscono almeno il 15% della popolazione.
Misure che mirano a compensare l’isolamento e i disagi logistici, riducendo l’impatto economico del trasferimento in aree poco servite e difficilmente raggiungibili.


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